Patrimonio

La dolcezza ereditata da una madre.

La madre di Carole conferisce grazia ai gesti più semplici.

Trasmette alla figlia il gusto per l'eleganza discreta, quella che si rivela senza sforzo e accompagna ogni momento della vita.

Nei suoi occhi c'è la forza gentile delle donne che gestiscono una casa, una famiglia, un mondo. Dimostra che la femminilità non è un'apparenza, ma un modo di essere: libero, dignitoso, vivo.


In ogni cucitura, Carole sente l'eco della sua voce.

In ogni tessuto rimane l'impronta della sua presenza, come un filo invisibile che lega il passato al futuro.

Il filo del padre, il sarto della vita.

Suo padre, sarto di professione, le ha trasmesso il rigore e l'amore per la bellezza.

Nel laboratorio, Carole osserva i movimenti precisi, il tessuto che prende forma, il suono regolare delle forbici, l'infinita pazienza di un mestiere intessuto di dettagli.

Impara che un abito non è solo un involucro, ma un'architettura intima che accompagna il corpo e ne rivela la personalità.


Da lui ha imparato il senso del taglio giusto, la passione per i materiali e la convinzione che la competenza si trasmette attraverso l'occhio, la mano e il tempo.